La fotografia per me rappresenta un momento di ulteriore riflessione su valori e significati di quanto mi circonda
Nel mio caso si è trattato di una esperienza fotografica strettamente legato al mio ambiente di vita, forse rilegato o prigioniero nel luogo dove sono nato dove sono cresciuto, dove tutt’ora vivo
Il decennio tra gli anni ottanta e novanta per me ha rappresentato il momento dove si sviluppa la curiosità fotografica.
Non mi dimentico certamente della pittura, ma mi accorgo, però, che ho bisogno di fare esperienze che fortifichino quel pungolo creativo quale è per me la pittura.
La mia veloce forsennata ricerca fotografica cerca di completarsi anche nella camera oscura perché era mio desiderio, allora, vedere la foto nascere in tutti i suoi percorsi, sia nell’atto di fotografare che nella fase di stampa.
Il fotografo era ed è per me un soggetto che deve farsi trascinare deve perdersi nella realtà-irrealtà; deve perdersi in tutti quei momenti della sua esistenza, dove sotto il suo sguardo fissa nell’immagine fotografica il mondo dove egli si trova come un curioso estraneo.
Avevo l’impressione che proprio in quel periodo nasceva in me un bisogno di ulteriori stimolazioni visive. Forse vedevo immagini, cose, persone che di lì a poco sarebbero ispiegabilmente scomparse; secoli di storia in via di estinzione mi passavano velocemente davanti agli occhi. Quale migliore possibilità, attraverso una macchina da presa, di riprendere e conservarne un una immagine, ricordo, per gli occhi delle future generazioni; se queste avrebbero avuto ancora occhi per vedere.
Una parte di me si serviva della fotografica, un percorso interessante che mi doveva riportare al mio istinto originario, certamente per me più profondo e forte: quello di riprendere a dipingere subito e con più forza creativa.
Io mi ritenevo e forse lo sono ancora un pittore che ha bisogno di crescere tecnicamente, culturalmente e che ha bisogno anche di crescere stimolandosi con la ossessiva ricerca di immagini attraverso l’obiettivo della macchina fotografica.
Una esperienza una meditazione, questa, certamente che fa crescere il pensiero la creatività che infine diventano anche idea per realizzare un’opera pittorica.
Il fotografo spesso ignaro di quanto lo circonda attraverso la macchina fotografica vede tutto ciò che è storia realtà sociale; egli attraverso l’obbiettivo vede tutto ciò che è visibile dal mirino. L’immagine raccolta attraverso l’obiettivo diventa unica: la perfetta come drammatica rappresentazione di se stessa, un universo di forme, espressioni che normalmente sfuggono al distratto sguardo dell’uomo.
L’immagine fotografica: il mondo fuori di te, oltre l’obiettivo della macchina fotografica si è spesso rivelata irreale incomprensibile come provocante e scandalosa.