L' arte è un modo di rendere eterno l' effimero, di significare l' insignificante, di svuotare il vuoto. E' l' immortale nel tempo. Chi ammirandola, prova godimento e piacere forse ha capito il senso dell' uomo. Forse tutto ciò che è oltre è nulla. L' arte di Ferlisi suscita sbigottimento e stupore. E' una sensazione strana e sconcertante che ti colpisce all' improvviso nel momento in cui ti accosti ad essa la prima volta. E' come una luce nuova che si insinua sottilmente nelle piaghe profonde della tua coscienza, nelle radici del tuo inconscio e ti ammalia ...
Siamo in un' epoca di confusione, in cui la tecnologia ha fatto progressi giganteschi e in cui sorgono improvvisi artisti e scrittori di successo sotto l' egida prepotente ed inarrestabile della propaganda e delle leggi di mercato, dove gli arrivisti sono scambiati per grandi, i nani per giganti, i parolai per colti, i prepotenti per forti, i fanfaroni per eroi. E' difficile capire, è difficile dare un senso a tanta superficialità magnificata, a tanta stupidità glorificata in ogni campo. Ma l' arte di Ferlisi è veramente arte ... è arte complessa ed enigmatica. E' un gioco di simboli, un accostamento di contrasti dove il banale e il quotidiano si contrappone all' infinito all' inesauribile, anzi questo penetra in quello e lo sconvolge. E' l' oltre del banale, il mistero dell' usuale, il segreto dell' abitudine.
L' accuratezza dei particolari, la ricercatezza delle forme, il carico a volte delle numerose figure non appesantiscono l' occhio che guarda, semmai suscitano un sentimento di piacere incompiuto un turbamento quasi piacevole.
E' il prodotto di una sfrenata fantasia orientaleggiante, come un cavallo bianco o nero che galoppa sulle nuvole. Le nuvole però rasentano la terra. Vi è un' accostamento bizzarro e inusitato di luoghi sacri in rovina, una splendente in trionfo, un prezioso che si sfalda, ed animali: stambecchi dalle corna ritorte, colombi, mucche, cavalli, ed oggetti: svariati oggetti e figure solitarie, avvolte in solitudine misteriosa. E' come una combinazione studiata, un miscuglio tra diabolico e divino. E' una galleria di sogni, quasi di incubi, di simboli, come l' affiorare di mostri abissali provenienti dai primordi dell' esistenza, archetipi oscuri nelle voragini dell' indeterminato, che si materializzano in tracce storiche, in paesaggi surrealizzati. La storia infinita viene dissacrata dalle istanze dell' inconscio. E' la consacrazione della trasgressione, la contestazione globale, la realtà duplicata. Vi è come la proposizione di un' enigma, di una anatema incombente. Emerge dagli strati sotterranei, profondissimi dell' inconscio. E' come uno squarcio che scava e penetra nella lontananza: la lontananza cosmica, di infiniti cieli, la lontananza inconscia di simboli, di inaccessibili. L' animo sta sospeso tra questi due infiniti. La sensibilità verso la bellezza della natura nei suoi vari aspetti, l' incanto del paesaggio carezzato da occhi avidi si condensa con una inesauribile fantasia e crea una incredibile, nuova magia.
Il paesaggio si rarefa, la figura si surrealizza. Non per nulla il nostro è anche un' artista della fotografia. E' il suo primo interesse che lo porterà a maturare tale sua arte. Infatti egli raccoglie ed immagazzina immagini, fotografa, registra, cura effetti particolari, gioca, si trastulla, si ricrea. Per tanto fa tacere l' inesorabile pungono creativo, questa forza violenta che preme dal suo profondo. Ecco ... le immagini di un mondo sotterraneo, profondissimo reclamano a viva voce un posto al sole. Questo bisogno impulso di esprimersi con i colori, però, non aveva ancora trovato una sua tecnica. Anzi il disegno sottile, leggero, quasi aereo che possiamo vedere in qualche quadro remoto si fa pesante, marcato; i colori sbiaditi e tenui si fanno aggressivamente vivi. E' la sua modalità espressiva( finalmente trovata) così singolare.« Le immagini scoppiano dentro di me e la soluzione era un pennello, delle tele, dei colori». « L' universo che avevo dentro di me ora lo guardo dall' esterno. Non me ne posso liberare». E' una maturazione singolare quindi, come una meteora che viene dal nulla. Come ho già detto, l' ossessione simbolica, l' accostamento di più immagini, come più racconti intrecciati, non appesantisce lo sguardo, non disturba l' osservatore. Semmai lo turba e lo disorienta. Non si perde in una prospettiva nevrotica, non si consuma in una spiegazione di una psicanalisi, ma si presenta ben calibrata, ben contenta, libera, di alto valore artistico. Ribadisco che è sorprendente la bizzarria degli accostamenti orientali, onirici, di mura diroccate, di mosaici preziosi in rovina, di tracce di templi sacri e solenni, di animali, di strade infinite, di spazi siderali, di cieli, di fiumi di luce, di figure solitarie, infinitamente sole, avvolte in un turbamento misterioso.
Forse l' autore è vissuto in un' altra epoca, nel periodo bizantino, o in qualche regione dell' India. Il mistero aleggia su tutto. Vi è in sintesi l' inizio e la fine del mondo, che sono un inizio ed e una fine perenni. L' atmosfera è quella di un tempo, in cui si riscontrano tracce falsamente storiche, architetture suggestive, sognanti, fiabesche, in chiaroscuri miracolosi. L' accostamento dei colori crea singolari effetti e della luce si diffonde anch' essa con la stessa andatura del tempo, del sogno, dell' eterno, con la stessa armonia del suono-musica, con la stessa sostanza della vita ... Questo effimero eterno dei sogni che si sognano, questo incanto ossessivo delle fiabe che si raccontano, questo fulgore oscuro della storia che si tramanda, questa rovina splendente della vita che si vive, qui rappresentata, è come il sospiro sospeso, la voce ingoiata, il gesto immobilizzato in un atto ...Davvero un artista è nato oggi dalla miseria della Sicilia più misera ...Lo consacriamo!
MARIO RICOTTA (Drammaturgo)